tag:blogger.com,1999:blog-68025247818966694872024-03-05T18:16:02.345-08:00MillecuoriAghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.comBlogger663125tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-3416577719639630422022-05-07T10:34:00.003-07:002022-05-07T10:34:20.325-07:00YU HUA: Cronache di un venditore di sangue<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg492Ve4aK7P01_RZSz2Cvdr3ki0dx3KDgwPZGt90RiT9l1hYD_CkuLphYKB-l7gNmQu8bYg0OLAhQxSfQyQyqiYxM6W-Rfoe8s4LYUr7ZCMuNfoR6AD7rFFGDxnJytvD0IJSHeao6HvppSQAYwZhLENKZA-R1HZb49V59oLJtawq8FrWG5O9qLicwV/s2362/710kkuLzGjL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2362" data-original-width="1535" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg492Ve4aK7P01_RZSz2Cvdr3ki0dx3KDgwPZGt90RiT9l1hYD_CkuLphYKB-l7gNmQu8bYg0OLAhQxSfQyQyqiYxM6W-Rfoe8s4LYUr7ZCMuNfoR6AD7rFFGDxnJytvD0IJSHeao6HvppSQAYwZhLENKZA-R1HZb49V59oLJtawq8FrWG5O9qLicwV/s320/710kkuLzGjL.jpg" width="208" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Una grande storia
– al contempo commovente e ottimistica, grottesca e tragica – in uno dei più
importanti romanzi della letteratura cinese contemporanea. Una storia per certi
versi epica che racconta trent’anni della vita di Xu Sanguan, un lavoratore che
trasporta tutto il giorno bachi in un grande setificio. Il protagonista vive
con una moglie molto bella ma capricciosa e tre figli di cui va orgoglioso:
Felice Uno, Felice Due, Felice Tre. Aiuta la sua famiglia a sopravvivere
durante i duri anni della Rivoluzione culturale. E lo fa vendendo il proprio
sangue nei momenti più difficili e importanti (in realtà una pratica ancora
oggi realmente diffusa in Cina). Ma il sangue è anche una sorta di talismano: è
un dono degli avi, e per questo non va sprecato…<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">In questo romanzo
YU Hua dimostra di saper controllare con grande maestria un ventaglio di toni
narrativi molto ampio, dal comico al grottesco, capacità che la pone
indubbiamente al vertice della narrativa cinese contemporanea.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Questo libro inizia
in maniera tranquilla, piacevole; chi conosce questo autore e ha già letto
altri libri suoi ne riconosce la comicità grottesca, cifra della sua penna. Man
mano che si va avanti, però, si inizia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a
pensare che il protagonista Xu Sanguan sia un farabutto: è un po’ un despota
nei confronti di moglie e figli e fa delle scelte personali piuttosto
discutibili. Poi, con le difficoltà derivanti dalla rivoluzione culturale, sia
lui che la moglie, Xu Yulan, subiscono una evoluzione, sì drammatica, ma che fa
rivalutare il personaggio. Infine, la parte finale, contiene una vera e propria
odissea del protagonista che affronta una prova quasi impossibile per aiutare
proprio quel figlio che aveva minacciato di disconoscere. Xu Sanguan, a quel
punto, diventa a tutti gli effetti un eroe tragico che cattura la simpatia del
lettore.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Sono in questo libro
presenti i soliti temi dell’autore: le trasformazioni della Cina con la
Rivoluzione culturale e la perdita di “innocenza” del popolo cinese.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p> </o:p></span></b></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-78963440684645617202022-04-30T11:09:00.001-07:002022-04-30T11:09:37.356-07:00MATTEO STRUKUL: I Medici. Una regina al potere<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTFKMeXoHesoGvUugzcH-jP8to02cx6S93L5KdsGxeJp0Glmy5TM8aq1zDo0JkOEvtOUH143aLhKuAEHx31z5K2a0q7JS9BzoZS9XiyA_q8nKsQ6rFloPoMlOkmnEYKcFejOOSe1UCmMqFd3ijnQSctjtK92HqYtt0z_yroZRpEdXJWEdDC0ItrOBC/s1539/71jpHJUlYML.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1539" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTFKMeXoHesoGvUugzcH-jP8to02cx6S93L5KdsGxeJp0Glmy5TM8aq1zDo0JkOEvtOUH143aLhKuAEHx31z5K2a0q7JS9BzoZS9XiyA_q8nKsQ6rFloPoMlOkmnEYKcFejOOSe1UCmMqFd3ijnQSctjtK92HqYtt0z_yroZRpEdXJWEdDC0ItrOBC/s320/71jpHJUlYML.jpg" width="208" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Francia, 1536.
Quando il delfino, Francesco di Valois, viene ucciso, la posizione di Caterina
de’ Medici a corte si complica. È la prima ad essere sospettata
dell’assassinio. Ma Francesco I, sovrano di Francia, crede alla sua innocenza e
anzi, la spinge a rafforzare la sua posizione in vista del momento in cui, al
fianco di Enrico II, dovrà regnare. Caterina si sente però debole, e non solo
perché il marito le preferisce l’amante, la bellissima e temibile Diana di
Poitiers, ma anche perché non riesce ad avere figli. Convinta di essere vittima
di una maledizione, incarica Raymond de Polignac, valoroso comandante dei
picchieri del re, di trovare Nostradamus, personaggio oscuro e inviso a molti,
ma noto per le sue abilità di astrologo e preveggente. Lui è l’unico che potrà
aiutarla a diventare madre. Fra intrighi di corte, tradimenti, umiliazioni e
soprusi, Caterina attende con tenacia, finché non darà alla luce il primo dei
suoi figli. Alla morte di Francesco I, quando la guerra di religione incombe,
Caterina, ormai regina, non esita a stringere alleanze pericolose, complici le
profezie di Nostradamus. La violenza scatenata dai cattolici contro i riformati
in seguito alla congiura di Amboise è solo l’inizio di un conflitto destinato a
culminare nella tragica notte di San Bartolomeo, quando le strade della capitale
si imporporeranno del sangue degli infedeli e Caterina, reggente di Francia
dopo la morte di Enrico II, perderà tutto ciò che ha amato…<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Terzo, e doveva
essere ultimo, libro della trilogia dedicata ai Medici dall’autore padovano. Questo
si concentra sulla figura di Caterina de’ Medici, regina di Francia. Personaggio
molto discusso, una regina passata alla storia per la sua spietatezza: era una
regina straniera, mai particolarmente amata dai Francesi, e famigerata per aver
voluto lo sterminio degli ugonotti della Notte di S. Bartolomeo. A mio modesto
parere, il personaggio di Caterina non è ben delineato perché passa dall’essere
una vittima di un matrimonio infelice all’essere una regina spietata, senza far
capire al lettore come e quando sia avvenuta l’evoluzione. Viene spontaneo il
confronto con il personaggio del romanzo “La regina Margot” di Alexandre Dumas,
e il paragone è impietoso nei confronti di questa Caterina.<o:p></o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-79524409123687216152022-04-23T09:59:00.002-07:002022-04-23T09:59:22.922-07:00PAOLO GIORDANO: Divorare il cielo<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtGREzSK5ogSpg9qEtGNk_9z87CYWdctqJjbSHXK5-U7Sk4CUGwMZCD0bdA5UjgXDc17zjvWRqaw8Fa2ajGJkPfToTBP_X1oLUaaF52Igf6eBfDhntyAEW4ouac2JVqPGWUI1pEwJxVn4H-xiBi6qRR4q5PMRlE8vghA1anvGwM8O4rJE77vpAQXl9/s2560/81yk30KG1lL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2560" data-original-width="1605" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtGREzSK5ogSpg9qEtGNk_9z87CYWdctqJjbSHXK5-U7Sk4CUGwMZCD0bdA5UjgXDc17zjvWRqaw8Fa2ajGJkPfToTBP_X1oLUaaF52Igf6eBfDhntyAEW4ouac2JVqPGWUI1pEwJxVn4H-xiBi6qRR4q5PMRlE8vghA1anvGwM8O4rJE77vpAQXl9/s320/81yk30KG1lL.jpg" width="201" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">La prima volta che
Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li
spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo
padre. O tre ragazzi e basta, proprio come lei. Bern. Tommaso. Nicola. E Teresa
che li segue, li studia, li aspetta. Teresa che si innamora di Bern. In lui c’è
un’inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un’idea assoluta in cui
credere: la religione, la natura, un figlio.
Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con
un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto.
Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e
semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro
violenta aspirazione al cielo. E la campagna pugliese è il teatro di questa
storia che attraversa vent’anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra
rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l’altro,
fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è
un potente cielo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo.<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">L’amicizia fra
maschi, la ribellione a Dio e ai padri, il desiderio e la rivalità: “Divorare
il cielo è un grande romanzo sul nostro bisogno di trasgredire, e tuttavia di
appartenere costantemente a qualcosa o a qualcuno. Al centro c’è una
generazione colma di vita e assetata di senso, che conosce tutto eppure non si
riconosce in niente. Ragazzi con un piede ancora nel vecchio millennio, ma gettati
nel futuro alla disperata ricerca di un fuoco che li tenga accesi”.<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Questo libro mi ha un
po’ spiazzata perché è stata una sorpresa dopo l’altra: la storia prendeva
sempre una piega inaspettata; gli sbalzi temporali creavano un effetto sorpresa
continuo. I personaggi sono, a loro modo, estremi e nello stesso tempo
credibili. Rappresentano una gioventù attaccata alla propria terra e ai propri
ideali che, apparentemente, sembrano destinati alla frustrazione, ma che sanno
sempre generare un germoglio di speranza, grazie alla loro caparbietà.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Questo autore, da più
parti bistrattato per la sua opera prima, che io ho già letto, <i>La solitudine
dei numeri primi, </i>credo che abbia scritto in questo caso un bel libro, con
dei personaggi destinati a rimanere nella testa e nel cuore del lettore.<o:p></o:p></span></p><p>
</p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-56493170179031661082022-04-09T10:16:00.002-07:002022-04-09T10:16:45.150-07:00VANESSA DIFFENBAUGH: Il linguaggio segreto dei fiori<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHW0l5P_ITHj6bUMgdDBtB3EC719-n2GQzlBvGO5j6RSNDFztIGAwCsFvqBT3o3nQ_S7ver6S9x0K1qUVtAapecH0MlSQ5hEXBKrPCL8GEMukMyNWe2mOuvX5YDLQvBPczFgcjDzz4Jh8t4pjo1bj7rDJhPqxRM6KLj6rRJvjw4qEjNK9X4K_NOQFg/s1177/il-linguaggio-segreto-dei-fiori-recensione-e1438337017658.webp" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1177" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHW0l5P_ITHj6bUMgdDBtB3EC719-n2GQzlBvGO5j6RSNDFztIGAwCsFvqBT3o3nQ_S7ver6S9x0K1qUVtAapecH0MlSQ5hEXBKrPCL8GEMukMyNWe2mOuvX5YDLQvBPczFgcjDzz4Jh8t4pjo1bj7rDJhPqxRM6KLj6rRJvjw4qEjNK9X4K_NOQFg/s320/il-linguaggio-segreto-dei-fiori-recensione-e1438337017658.webp" width="218" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Victoria
ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli
altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C’è solo un posto in
cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino
segreto nel parco pubblico di Potrero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha
piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa.
Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria
comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo
per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha
avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l’infanzia saltando da
una famiglia adottiva a un’altra. Fino all’incontro, drammatico e sconvolgente,
con Elizabeth, l’unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha
insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo
magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai,
e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città,
regalano la felicità e curano l’anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il
fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta
dietro una colpa segreta. L’unico in grado di estirparla è un ragazzo
misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal
cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi
cura delle sue radici invisibili. Solo così il cuore più acerbo della rosa
bianca può diventare rosso di passione. <i>Il linguaggio segreto dei fiori</i>
è un fenomeno editoriale senza precedenti. Conteso da tutti gli editori, è
stato venduto in ventisette paesi, con aste agguerrite e cifre record. In uscita
contemporanea in tutto il globo, racconta, attaverso uno dei personaggi più
straordinari mai creati, una storia di coraggio e di speranza, di abbandono e di
incredibile sete di vita, mostrandoci la forza immensa dell’amore più vero,
quello imperfetto e senza radici che dà senza pretendere nulla in cambio. <o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
è il romanzo d’esordio dell’autrice e, a quanto mi risulta, anche unico fino a
questo momento.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
trama è, per quanto mi riguarda, piuttosto originale e interessante. Quello che
mi ha maggiormente interessata è stata la vicenda personale della protagonista,
Victoria. Il fatto che sia stata una bambina abbandonata e poi trasferita da
una famiglia affidataria all’altra, senza avere mai stabilità, fino all’incontro
con Elizabeth. Tutta questa esperienza ha fatto di lei una ragazza che non
crede nell’amore e nella possibilità di meritarsi l’amore, pensa sempre di
dover fronteggiare un abbandono da un momento all’altro. Inoltre ritiene sempre
di dover spezzare lei il legame per prima, prima di essere abbandonata
nuovamente.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">L’aspetto
che mi ha lasciata piuttosto incredula e che non mi ha colpito favorevolmente è
quello “magico”, cioè la capacità che ha Victoria di influenzare la vita delle
persone attraverso i fiori. È un espediente, a mio avviso, piuttosto surreale e
che dà adito a svolte della trama un po’ semplicistico.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
trama, la costruzione della trama sono abbastanza ben fatte e, anche attraverso
l’espediente di alternare il presente e il passato della protagonista tiene il
lettore avvinto. Lo stile è molto fluido e anch’esso facilitatore per il
lettore.<o:p></o:p></span></p><p>
</p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-49532653151229038282022-04-02T10:21:00.001-07:002022-04-02T10:21:36.972-07:00FEDOR DOSTOEVSKIJ: Le notti bianche<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJmpz7RJ7BBU7TkxP8zy6SMUOCHwEQQhLS7n-cUuDw72ssX1iV9QWfF4QAVWGm5Geveia8OBoXWNp94tCgIPPByTG7bE0atnJENIahHmHHu94P98R2CwBe_PjjHSAToBAJPr3HSqF-d9T7n_R4yH9ter_EPkSBvOvSWe9TDBCJJ4U0-5jXgIxpa3wO/s880/9788806221935_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="880" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJmpz7RJ7BBU7TkxP8zy6SMUOCHwEQQhLS7n-cUuDw72ssX1iV9QWfF4QAVWGm5Geveia8OBoXWNp94tCgIPPByTG7bE0atnJENIahHmHHu94P98R2CwBe_PjjHSAToBAJPr3HSqF-d9T7n_R4yH9ter_EPkSBvOvSWe9TDBCJJ4U0-5jXgIxpa3wO/s320/9788806221935_0_536_0_75.jpg" width="195" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
racconto, apparso nel dicembre 1848, ruota attorno alle figure del “sognatore”,
figura così cara a Dostoevskij da spingerlo a scrivere, nel 1876, un romanzo
con questo titolo. Hoffmann e Walter Scott sono gli ideali del protagonista
intellettuale “senza storia”, vagabondo incline ai sofismi, timido sognatore
che passa come un’ombra ai margini della realtà. Estraneo agli interessi
meschini, egli reagisce alla grettezza del mondo, rifugiandosi nelle immagini
della sua calorosa fantasia. Staccato così dalla vita, condanna se stesso a una
penosa solitudine. Egli è prigioniero delle proprie visioni, e le prospettive
immaginose, gli sciami dei sogni, pur avviando la sua esistenza squallida,
squallidissima, gli offuscano il senso della concretezza terrena. Perdendo gli
anni migliori, il sognatore finisce col sostituire un’inerte impalcatura di
illusioni al brulichio della vita. Di questo mondo artificiale, che il panorama
di Pietroburgo rende più allucinato, egli sente l’inconsistenza e la vanità;
soffre di non saper vivere come gli altri, ma non riesce a districarsi dal
vischio delle fantasie.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">I
due protagonisti sono Il sognatore, che una notte incontra una giovane in
lacrime e con lei inizia un dialogo in cui rivela tutto se stesso. Notte dopo
notte, i due scoprono qualcosa l’uno dell’altro. Il sognatore è un uomo
eccentrico, originale che per la sua stessa natura è destinato ad essere solo. “<i>Ho
vissuto per me stesso, dolo, completamente solo… In quanto a veder gente, ne
vedo, eppure sono solo</i>”. Nostenka sembra essere colei in grado di colmare
questo vuoto, ma lei ha già il cuore occupato. Che dire? Questa è sicuramente
una storia esile, forse poco rappresentativa dello stile e delle tematiche di
Dostoevskij, ma è un racconto che non può non catturare il cuore del lettore. L’anima
candida del sognatore, destinata a una forte delusione, non può non colpire l’animo
sensibile del lettore, oltre che scatenare l’immedesimazione di buona parte dei
lettori.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Credo
che possa essere un buon approccio all’autore, senza lasciarsi intimorire dalle
opere più importanti.<o:p></o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-4306419494337389872022-03-26T12:02:00.002-07:002022-03-26T12:02:25.440-07:00BANANA YOSHIMOTO: High & Dry. Primo amore<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXCYC7P8DvaLy6YisGZZFZQrs1Y2SRvK-FWLsM1e_PuvfLdUIchXL7rW0xdYhSt5wrbLla-ZRMp5LPYG-uI_3TRk57XY78aRDa-bazDUyangMkQ3TFWAUSnK74r7JMJeOMR-m8b5FLEBWD_1I9ruomoc_w83LY3qVOTPd7gWWrufAqOqXRlfT6sI-K/s500/41Gj0XtfDvL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXCYC7P8DvaLy6YisGZZFZQrs1Y2SRvK-FWLsM1e_PuvfLdUIchXL7rW0xdYhSt5wrbLla-ZRMp5LPYG-uI_3TRk57XY78aRDa-bazDUyangMkQ3TFWAUSnK74r7JMJeOMR-m8b5FLEBWD_1I9ruomoc_w83LY3qVOTPd7gWWrufAqOqXRlfT6sI-K/s320/41Gj0XtfDvL.jpg" width="208" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Yuko
è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri
e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti
quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si
popola di bizzarre creature. Yuko sta imparando ad assegnare un colore a ogni
stato d’animo e ad ogni emozione; a insegnarglielo è Kiu, il suo maestro di
disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando da fusto di una pianta
fuoriescono degli strani animi verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso
istante, Yuko assapora l’incanto sottile del primo amore. Sospesa tra realtà e
immaginazione, un’adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti
più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza
dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Banana
Yoshimoto è un’autrice giapponese che ha avuto grande successo in Italia a
partire dagli anni ’90. Al tempo avevo letto alcuni suoi libri e la ricordo
anche con una certa tenerezza. Un po’ di tempo fa ho scelto di comprare questo
libro per riprendere il contatto con l’autrice.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Il
libro, sempre molto esile, come è tipico di questa autrice, ruota attorno alle
due figure di Yuko e di Kiu, legati da un amore molto particolare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Yuko
è una ragazzina di quattordici anni. Ha una famiglia molto particolare, il
padre abita ormai negli Stati Uniti, la madre ha dei comportamenti che fanno
pensare a una forma di depressione. Lei trova una valvola di sfogo in un corso
di disegno. Qui incontra Kiu che ha il doppio della sua età ed è il suo maestro
di disegno. Un giorno vivono un momento di estremo legame e da quel momento la
loro vita si intreccia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Al
di là del fatto che la storia sembra essere una storia d’amore, io non la vedo
del tutto così; non è, secondo me, neanche un romanzo di formazione in senso
stretto. Il forte legame che si instaura tra i due personaggi dipende
essenzialmente dal fatto che i due hanno subito più o meno lo stesso tipo di
perdita/distacco. Così come nella sua infanzia Kiu aveva temuto di aver perso
sua madre che aveva abbandonato la loro casa, allo stesso modo Yuko si sente
abbandonata dal padre. In qualche modo il loro legame serve a loro a capire che
il legame affettivo con i genitori non verrà mai spezzato, nonostante i casi
della vita.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
stile di Banana Yoshimoto è sempre caratterizzato da un’attenzione per i
particolari, per elementi minimi dell’esistenza, piccoli episodi che assumono
nel corso della storia un significato simbolico. La trama è molto esile e anche
abbastanza frammentata e concentrata su episodi minimi dell’esistenza dei
protagonisti. È presente, in misura molto limitata, l’elemento magico che serve
a creare un interconnessione profonda tra i protagonisti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Qualche
anno fa Banana Yoshimoto mi entusiasmava decisamente di più. Questo libro,
invece, non mi ha particolarmente colpita. Io l’ho letto, anche con l’idea di
poterlo consigliare alla lettura di un pubblico giovane, ma in realtà non me la
sentirei di consigliarlo. Al di là della discutibile unione tra l’uomo adulto e
la ragazzina, mi è piaciuto il tema delle conseguenze del distacco dal
genitore, Kiu avrebbe un certo complesso di Edipo da superare, così come Yuko
rischia di averne uno di Elettra da affrontare. Sicuramente questo libro offre
un percorso di evoluzione per un adolescente, ma lo fa anche con uno stile così
frammentato ed enigmatico che non so se un pubblico giovane potrebbe seguirlo
adeguatamente ed apprezzarlo.<i><o:p></o:p></i></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-77313151928954922782022-03-19T12:26:00.001-07:002022-03-19T12:26:47.927-07:00RICHARD YATES: Una buona scuola<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjTpae3Cu1EVm_aRjmRprNwWAFhXLZfQYINhTZg3nsMqzzaSfatlJB4T2WlNo8eDfy7gA-3Q09uZ5EpBsTGC3mkJKwSsl5prfw8ufgCTf49TR7QDWaL3zjX3cS_uOVG1Lv_xxLqVm8I6Qu-GZuUAMgVIyN8aNcvyf7rCTyAf9ciJQKkig_fiOAHT7Gu=s1137" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1137" data-original-width="709" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjTpae3Cu1EVm_aRjmRprNwWAFhXLZfQYINhTZg3nsMqzzaSfatlJB4T2WlNo8eDfy7gA-3Q09uZ5EpBsTGC3mkJKwSsl5prfw8ufgCTf49TR7QDWaL3zjX3cS_uOVG1Lv_xxLqVm8I6Qu-GZuUAMgVIyN8aNcvyf7rCTyAf9ciJQKkig_fiOAHT7Gu=s320" width="200" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">In
un’America alle soglie della Seconda Guerra Mondiale, un romanzo crepuscolare
sull’amore, la giovinezza, la crescita. Un collegio maschile del New England è
il teatro delle avventure di William Grove – alter ego dell’autore – che cerca
un riscatto dai soprusi dei coetanei affermandosi come reporter del giornalino
scolastico; di Jack Draper, professore alcolizzato alle prese con i ripetuti
tradimenti della moglie; e di Edith Stone, la figlia del preside, che si
innamora del ragazzo più popolare della scuola. Le vite degli studenti e degli
insegnanti si intrecciano in una tela imprevedibile, le cui maglie si
infittiscono via via che si avvicina l’ombra della chiamata alle armi. Originariamente
pubblicato nel 1978, <i>Una buona scuola</i> mostra uno Yates che nel confronto
con i temi dell’adolescenza trova la sua voce più nostalgica e, forse più vera.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Richard
Yates è un grande classico della letteratura, purtroppo per tanti anni
trascurato. In seguito al grande successo del film Revolutionary Road di Sam
Mendes, la sua opera è stata riscoperta. Io ho letto per il momento solo questo
suo libro, ma intendo recuperare al più presto anche gli altri.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">All’interno
di questa scuola, privata, molto particolare, si riunisce un gruppo di giovani.
Noi seguiamo il ciclo di studi di William Grove, ma l’autore tratteggia un
gruppo molto vasto di personaggi, ognuno dei quali perfettamente
caratterizzato. Questo mondo collegiale, che a primo impatto mi aveva ricordato
la scuola de <i>L’attimo fuggente </i>è caratterizzato da rapporti a volte
ambigui, contrastanti, violenti. William arriva nella scuola e, all’apparenza,
è un ragazzo piuttosto trasandato, vittima di scherzi, anche piuttosto forti,
da parte dei compagni. Pian piano, attraverso il lavoro nel giornale della
scuola e attraverso la scrittura acquista il suo posto, il suo prestigio all’interno
della scuola. Accanto al gruppo degli studenti, c’è la cerchia dei professori:
sono dei reietti, uomini che soffrono, spesso con rapporti famigliari molto
complicati. I proff Driscoll e Droper hanno sulle spalle un vissuto pesante e
anche la frustrazione di essere poco appagati dal loro lavoro. Gli adulti
riprendono quei temi delle aspirazioni fallite e del malessere della vita che
non è esattamente quello che ci si aspettava.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Il
tema che, dal mio punto di vista, domina in questo libro è il percorso di
crescita che questi giovani compiono, pur frequentando una scuola “strana”. Anche
se a volte sono costretti a sopportare scherzi di cattivo gusto, se non addirittura
soprusi o atti di bullismo; anche se a volte i compagni non sono quelli che ci
si aspettava di avere accanto per affrontare quegli anni; anche se l’esperienza
della formazione scolastica è sempre un impegno complesso; anche se questi
ragazzi sono circondati da una tragedia, come la guerra, e molti di loro dopo
il diploma dovranno arruolarsi, questi anni alla Dorset School saranno
indimenticabili. E le lacrime del prof Driscoll alla fine del libro ci ricorda
come un insegnante senza i suoi studenti non è nessuno.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Che
dire dello stile di Yates? Non mi sento proprio all’altezza di giudicarlo. È estremamente
realista. La sua caratterizzazione dei personaggi e i suoi dialoghi sembrano
fatti apposta per essere trasformati in immagini e in trasposizioni
cinematografiche. Apparentemente non fa altro che raccontare la quotidianità
della scuola, nulla di particolare, ma lo sa fare, facendo immergere il lettore
nella sua realtà.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Penso
che le mie precedenti parole siano chiare circa il fatto che questo libro mi
sia piaciuto. È stata una lettura dall’atmosfera completamente diversa dal mio
solito. Ho veramente apprezzato questo racconto corale, vivido, forte, d’impatto.<i><o:p></o:p></i></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-17309449141017988202022-03-12T09:29:00.001-08:002022-03-12T09:29:47.715-08:00MATTEO STRUKUL: I Medici. Un uomo al potere<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjEPCklpIQcoxy1wruN93MQraDfl2exeDrDKQRLNlg-UhRhG57pAe1uf-wO4na-KGaTtLOWE7CujD6bOVm-QdqVBvItqes5Fr818gCEBJrNgldGOm4Q_0dtdpKNy2PEzA6ISqfPFYf0ahyEXjXEwoWNgpq94KOTD-7HWN3PUvl3q_ix_Zpve_o1tv4d=s1706" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1706" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjEPCklpIQcoxy1wruN93MQraDfl2exeDrDKQRLNlg-UhRhG57pAe1uf-wO4na-KGaTtLOWE7CujD6bOVm-QdqVBvItqes5Fr818gCEBJrNgldGOm4Q_0dtdpKNy2PEzA6ISqfPFYf0ahyEXjXEwoWNgpq94KOTD-7HWN3PUvl3q_ix_Zpve_o1tv4d=s320" width="188" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Firenze,
1469 Lorenzo de Medici sta vincendo il torneo in onore della sua sposa, Clarice
Orsini, appena giunta a Firenze per le nozze con l’uomo che diventerà il
Magnifico. Questo matrimonio non è un passo facile per Lorenzo: il suo cuore –
ne è convinto – appartiene e sempre apparterrà a Lucrezia Donati, donne di
straordinaria bellezza e fascino. Eppure asseconderà il volere della madre e
rafforzerà l’alleanza con una potente famiglia romana. Chiamato a governare la
città e ad accettare i costi e i compromessi della politica, divisa fra amore e
potere, Lorenzo sottovaluta i formidabili avversari che stanno tramando contro
di lui per strappargli la guida di Firenze. Girolamo Riario, nipote di papa
Sisto IV, dopo aver sobillato Jacopo e Francesco dei Pazzi, storici nemici
della famiglia de’ Medici, e stretto alleanza con Francesco Salviati,
arcivescovo di Pisa, concepisce una congiura il cui esito per Lorenzo sarà
terribile: il fratello Giuliano verrà brutalmente ucciso davanti ai suoi occhi.
E da quel momento si aprirà un periodo di violenza e vendetta da cui in pochi
si salveranno.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Secondo
volume della saga che Matteo Strukul ha dedicato alla storia dei medici e che
tanto successo ha avuto in tutto il mondo. Io non posso dire di aver
particolarmente apprezzato i primi due volume.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Come
si può facilmente intuire dal sottotitolo, protagonista di questo romanzo è un
giovane Lorenzo il Magnifico che dovrà rinsaldare il suo potere sulla città di
Firenze, a fronte di una forte opposizione. La sua vita privata è segnata da un
amore impossibile per Lucrezia Donati e un matrimonio obbligato con Clarice
Donati. Lorenzo manifesta già i suoi interessi artistici e filosofici che, in
parte, lasciano perplessi i suoi concittadini e danno il destro<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ai suoi nemici per attaccarlo. In particolare
la sua amicizia con il chiacchierato Leonardo Da Vinci gli può causare non
pochi problemi. Sullo sfondo si organizza la congiura dei Pazzi, quindi tra le
pagine di questo romanzo troviamo anche Francesco de’ Pazzi e Girolamo Riario,
nipote di papa Sisto IV. Nessuno di questi personaggi è abbastanza
caratterizzato, nessuno di loro rivive davvero tra queste pagine. Io non ho
assolutamente percepito la solitudine, i dubbi di Lorenzo; non ho percepito l’amicizia
che lo legava a Leonardo; non ho trovato la disperazione dell’amore proibito.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Non
apprezzo lo stile di questo autore (purtroppo ho comprato tutti i libri di
questa saga e, a questo punto, mi sento obbligata a leggerli). Trovo che, per
quanto affermi di avere come modello Dumas o, tra gli autori più recenti,
Vassalli ed Eco, le sue opere non abbiano quella profondità, quella precisa
ricostruzione del passato in tutti i suoi aspetti, quella caratterizzazione
precisa e vivida dei personaggi. Lo trovo, invece, estremamente banale nella
costruzione della trama, eccessivamente dedito alle scene di sesso, prive di
giustificazione, per dare al lettore medio quel pizzico di brivido che si
aspetta. Trovo, infine, del tutto inutili quelle sequenze didascaliche in cui
vuole spiegare al suo lettore cosa sia stato il Rinascimento italiano. Non metto
in dubbio che Strukul abbia condotto degli studi approfonditi per scrivere i
suoi libri, ma il risultato non è adeguato allo sforzo.<o:p></o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-78652329613741414242022-02-19T10:41:00.001-08:002022-02-19T10:41:58.259-08:00TARA WESTOVER: L’educazione<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgY2hC_YhVhgHdEnMDlrpc3ZvuQ4Vu_MkTWGCSPIVx2P20HQ-FQgpldTLXWdtRgQRabjaOczivJv1UAQQNuowti_pe6KhzOH3j46ss8B6sPDUlbPgkiOX20pe4vADTo0KTTLFf_cW82ngGiyUe7osdyp9Ce3c7NvcEw0TDRk0fSRNkE088zYatC0AW7=s825" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="825" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgY2hC_YhVhgHdEnMDlrpc3ZvuQ4Vu_MkTWGCSPIVx2P20HQ-FQgpldTLXWdtRgQRabjaOczivJv1UAQQNuowti_pe6KhzOH3j46ss8B6sPDUlbPgkiOX20pe4vADTo0KTTLFf_cW82ngGiyUe7osdyp9Ce3c7NvcEw0TDRk0fSRNkE088zYatC0AW7=s320" width="208" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Tara,
la sorella Audrey e i fratelli Luke e Richard sono nati in una singolare
famiglia mormona delle montagne dell’Idaho. Non sono stati registrati all’anagrafe,
non sono mai andate a scuola, non sono mai stati visitati da un dottore. Sono cresciuti
senza libri, senza sapere cosa succede nel mondo o cosa sia il passato. Fin da
piccolissimi hanno aiutato i genitori nei loro lavori: in estate stufare le
erbe per la madre ostetrica e guaritrice, in inverno lavorare nella discarica
del padre, per recuperare metalli. Fino a diciassette anni Tara non aveva idea
di cosa fosse l’Olocausto o l’attacco alle Torri gemelle. Con la sua famiglia
si preparava alla sicura fine del mondo, accumulando lattine di pesche sciroppate
e dormendo con uno zaino d’emergenza sempre a portata di mano. Il clima in casa
era spesso pesante. Il padre è un uomo dostoevskiano, carismatico quanto folle
e incosciente, fino a diventare pericoloso. Il fratello maggiore Shawn è
chiaramente disturbato e diventa violento con le sorelle. La madre cerca di
difenderle, ma rimane fedele alle sue credenze e alla sottomissione femminile
prescritta. Poi Tara fa una scoperta: l’educazione. La possibilità di
emanciparsi, di vivere una vita diversa, di diventare una persona diversa. Una rivelazione.
Tara Westover dimostra una capacità<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di
introspezione che distingue i grandi scrittori, creando una storia universale
di formazione che mira al cuore di ciò che l’educazione ha da offrire: la
prospettiva di vedere la propria vita con occhi nuovi e la volontà di
cambiarla.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Tara
Westover è una giovane ricercatrice di Storia che ha scritto questo suo primo
libro sulla sua storia personale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Il
personaggio principale è, naturalmente, Tara stessa che racconta la sua vita
familiare da quando era bambina fino alla maturità. Attorno a lei ruota tutta
la sua numerosa e stramba famiglia. Dal padre, mormone, convinto che la fine
del mondo sarebbe stata imminente e che loro sarebbero stati gli eletti che si
sarebbero salvati. È un padre decisamente tirannico, nonché, come si scoprirà
nel tempo, affetto da sindrome bipolare che lo porta a fasi umorali
diametralmente opposti. La madre, ogni tanto, mostra uno spiraglio di
sensatezza che però viene risucchiata dall’imperiosità del marito. Infine c’è
il fratello Shawn, un uomo violento che riversa sui fratelli la propria
frustrazione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">I
temi interessanti di questo libro sono davvero tanti. Si parte della cecità di
questi genitori che non rivelano all’anagrafe i figli, non fanno frequentare
loro la scuola, li sfruttano in lavori pericolosi. Nella loro cecità non
credono nella scienza, né nella medicina, usano rimedi omeopatici anche per le
ferite più gravi. Infine, il tema centrale, come si intuisce dal titolo, dell’educazione,
unico mezzo di riscatto per la giovane Tara. Faceva tenerezza la giovane donna
dell’Idaho, ignaro anche delle cose più banali, come il fatto che debba
studiare il libro, non solo guardare le immagini fino ad arrivare a questioni
ben più pesanti come l’Olocausto. Il suo percorso di emancipazione la
costringerà a rompere definitivamente con una famiglia che definire
disfunzionale è davvero poco.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">L’autrice
racconta in prima persona la sua storia quindi è inevitabile che abbia un tono
in alcuni momenti accorato. Lei racconta con estrema precisione raccattando i
suoi ricordi e facendo riaffiorare quanto aveva nel tempo diligentemente segnato
sul suo diario. È stata molto brava a evidenziare quello stato d’animo
sconfortato dal rifiuto e quella identità spezzata dall’abbandono della
famiglia attraverso una scrittura che comunque rimane molto lucida.<o:p></o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-4982958844804098072022-02-19T10:16:00.006-08:002022-02-19T10:16:54.081-08:00KAREN MARIE MONING: Il bacio dell’Highlander<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiY9ciDjxe0JlX_FnofsA3H5qRU0j-fFBNnGmLDcbx2zLr9vvgufHzDcvu5NVdPy0MVZZ9VzuN1fiBu4DDHnYdM2qSzHRJOJghIqHDMte4tPVF7pMkZrusvbMScc7xB0sX7aDIUpeF_dE7x-IuEBDat28Q7aiqLJ5OenmHxP40hUkdPtePeuth2bIAA=s1380" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1380" data-original-width="936" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiY9ciDjxe0JlX_FnofsA3H5qRU0j-fFBNnGmLDcbx2zLr9vvgufHzDcvu5NVdPy0MVZZ9VzuN1fiBu4DDHnYdM2qSzHRJOJghIqHDMte4tPVF7pMkZrusvbMScc7xB0sX7aDIUpeF_dE7x-IuEBDat28Q7aiqLJ5OenmHxP40hUkdPtePeuth2bIAA=s320" width="217" /></a></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Stregato
da un potente incantesimo, Drustan MacKeltar ha dormito per quasi cinque secoli
nascosto nelle profondità di una grotta, fin quando un improbabile salvatore lo
ha svegliato: una ragazza seducente come nessun’altra. Gwen Cassidy è venuta in
Scozia per scuotere la sua vita monotona e forse incontrare un uomo. Come poteva
sapere che cadere in un burrone l’avrebbe spedita tra le braccia dell’uomo più
affascinante che avesse mai visto? Nel futuro del mondo di Drustan restano solo
le rovine, e lui sa che deve tornare al passo se vuole salvare il suo popolo;
ma per farlo ha bisogno di avere al suo fianco una donna unica. Legato a
Drustan da una passione più forte del tempo, Gwen si trova nella Scozia del XVI
secolo dove un nemico infido complotta contro di loro, al fianco di un
guerriero in grado di cambiare la storia e sfidare ogni istante del tempo per
la donna che ama.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-52421876517219965082022-02-05T10:53:00.003-08:002022-02-05T10:53:56.417-08:00MARY SHELLEY: Frankeinstein<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjDZpq99Z8aTGlLhqH0IIJqA5UGC4JJc6iAWLmB2RhDdDIhHMzV5C-_GJFrZjy8TGGTfO3OLW8KJKaxK6BEO_xABdpvS6xRmQAuchydtDR1MFK2IpMXGPtkF7LHoY_VkHNIW01FOPJeagK_MrWhLznpDnA9YwLqpGGKV4c6t0Qnnk18n3WhLHqF7ilV=s575" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="575" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjDZpq99Z8aTGlLhqH0IIJqA5UGC4JJc6iAWLmB2RhDdDIhHMzV5C-_GJFrZjy8TGGTfO3OLW8KJKaxK6BEO_xABdpvS6xRmQAuchydtDR1MFK2IpMXGPtkF7LHoY_VkHNIW01FOPJeagK_MrWhLznpDnA9YwLqpGGKV4c6t0Qnnk18n3WhLHqF7ilV=s320" width="203" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nel
1816 Lord Byron, durante una sera tempestosa nella sua villa a Ginevra, propone
ai suoi ospiti – Mary e Percy Shelley, e William Polidori – di scrivere, per
gioco, un racconto dell’orrore. Ricollegandosi al mito di Prometeo, Mary
scriverà Frankeinstein. Una storia che è un groviglio etico, un ragionamento
profondo sull’origine della vita: l’angosciante storia di uno scienziato che
conduce macabri esperimenti nel tentativo di restituire la vita ai cadaveri. Una
favola terribile capace di imporsi con la forza delle immagini e la sua
autonomia di mito universale. Uno sconvolgente racconto dell’orrore in cui il
mostro è più umano del suo creatore.<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Mary
Shelley non credo che abbia bisogno di grosse presentazioni. Vorrei invece
sottolineare come l’autrice abbia scritto questo testo a soli 17 anni per una
sorta di gioco letterario inventato da Byron quando aveva lei, il marito e William Polidori
ospiti a villa Diodati. La Shelley prende spunto dal mito di Prometeo, il
titano ribelle.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Frankeinstein
rappresenta la forza della ragione, del sapere scientifico, il desiderio di
superare il limite della conoscenza, se esso esiste. Egli, addirittura, si
spinge fino a creare la vita, cosa che nessuno aveva mai tentato di fare. L’esaltazione
della creazione dura ben poco, fino a quando si trova di fronte alla creazione
e si rende conto di aver creato un mostro. Da quel momento la sua coscienza è
perseguitata dall’idea del mostro creato.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Dall’altra
parte il mostro scatena nel lettore una duplice reazione: da una parte si prova
ribrezzo per la sua violenza e la sua sete di vendetta, dall’altra parte si
prova pena e tenerezza per il destino di solitudine a cui è condannato. Nessuno
può andare oltre il suo aspetto fisico e percepire il desiderio di amore che lo
anima. Questo lo induce a odiare il genere umano, anche perché si rende conto
di non farne parte appieno.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Al
di là di quello che può essere, secondo i critici, il tema che la Shelley voleva
trasmettere, ossia la dipendenza del sapere scientifico della fede, unica
portatrice della verità, secondo atmosfere e suggestioni romantiche presenti
anche nel testo, io ci ho visto anche una riflessione sulla diversità e la
capacità di accettazione e inclusione. Il mostro è condannato ad essere
rifiutato a causa del suo aspetto esteriore. Nessuno è in grado di andare
oltre. Quando il mostro parla liberamente, lascia intravedere la sua anima,
anche se in teoria non ne ha, e il suo cuore. Poi però il suo istinto distruttore
ha la meglio.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
struttura del racconto, che immaginiamo scritto in un periodo piuttosto breve,
è abbastanza complessa. Abbiamo tre narratori interni che sono rispettivamente
Mr Walton, l’esploratore, che crea una cornice alla storia, che incontra Mr
Frankeinstein che gli racconta la sua storia e che gli riferisce anche il
racconto del mostro. A questa struttura abbastanza complessa si accostano degli
espedienti della trama piuttosto ingenua, a mio parere. Ad esempio, quando
viene ucciso il giovane fratello del protagonista, per qualche motivo si deve
pensare subito che il responsabile sia il mostro, dal momento che non si hanno
sue notizie da tempo e non si può sapere dove si trova? Come questo ci possono
essere altri esempi. Per il resto la scrittura è fluida, lineare, ben
bilanciata, molto ben tradotta in maniera abbastanza contemporanea, pur
mantenendo quel po’ di profumo di antico.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Non
è certamente un libro che appartiene al mio genere preferito. Mi sono
ripromessa di recuperare diversi classici e intanto l’ho fatto con questo. Mi ha
appassionato e interessato a fasi alterne, ho preferito le scene in cui era
protagonista il mostro e quelle in cui dovevo seguire le elucubrazione di
Frankeinstein. L’aspetto horror, per mia
fortuna, è abbastanza limitato; c’è più che altro un’atmosfera inquieta.<o:p></o:p></span></p><p>
</p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-16129983438427640532022-01-29T10:43:00.004-08:002022-01-29T10:43:23.239-08:00LAINI TAYLOR: Il sognatore<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhs97oAXBoznsY8Tuw1ppuU1XBUvM2uynuKuA5o0NbUpIOUCGmwYbxs-AKVKZv_qLkETfQPLH2zO1n65VaKOowUUm0cEVDZrbBrVLpZ8svVRKwAS1eSsbxy4HPy5UEzxOjsH-nl5ulm36ngNJTRsnTA4TlZlcWDRUuv0jRuyLEWcDLEyOejz1cqbEeq=s445" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="299" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhs97oAXBoznsY8Tuw1ppuU1XBUvM2uynuKuA5o0NbUpIOUCGmwYbxs-AKVKZv_qLkETfQPLH2zO1n65VaKOowUUm0cEVDZrbBrVLpZ8svVRKwAS1eSsbxy4HPy5UEzxOjsH-nl5ulm36ngNJTRsnTA4TlZlcWDRUuv0jRuyLEWcDLEyOejz1cqbEeq=s320" width="215" /></a></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">È
il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario. Lazlo Strange ne è
sicuro, ma è anche assolutamente certo che il suo sogno sia destinato a non
avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i
modi di estirpare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dalla sua mente il
germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un’esistenza anonima.
Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano,
racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell’oblio da duecento
anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo
mitico della memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si
trasformano per Lazlo in un’ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il
ragazzo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alimenterà la sua sete di
conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande
Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa
Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>straniero, chiamato il Massacratore degli Dei,
e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il
Sognatore si delinea l’opportunità di vivere un’avventura dalle premesse
straordinarie. “Il sognatore”, primo capitolo della nuova duologia di Laini
Taylor, già autrice dell’acclamata trilogia “La chimera di Praga”, non fa che
confermare il grande talento narrativo.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Laini
Taylor è un’autrice molto apprezzata nel mondo del fantasy, è uno di quei nomi
che vengono unanimemente recensiti in maniera positiva.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
trama di questo libro è tipicamente quella di un fantasy con una missione da
compiere in un mondo costruito con particolare abilità dall’autrice. Il protagonista,
come si può intuire dal titolo, è Lazlo Strange, un giovane studioso e
sognatore, il quale è stato trovato da bambino e cresciuto in un monastero dove
ha potuto scoprire le meraviglie della biblioteca. E all’interno dei libri che
lui tanto ama ha scoperto la storia della misteriosa città di Pianto. La sorte,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>incarnata dalla figura del Massacratore degli
Dei, gli consente di uscire dal mondo protettivo del convento e di partire per
svolgere una missione, e quindi per lui conoscere, nella città di Pianto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
protagonista femminile è Sarai, figlia della perfida dea Isagol ma scampata,
insieme ad altri dei,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al massacro
avvenuto 15 anni prima, quando gli uomini si sono ribellati al potere degli dei
e li hanno uccisi. Sarai ha il dono di entrare nei sogni degli uomini ed è
proprio lì che incontra il Sognatore. Ci sono tanti altri personaggi degni di
nota, lo stesso Massacratore ma anche Myma.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Per
me il tema centrale di questo libro è l’impossibilità di distinguere il bene
dal male perché essi sono quasi sempre strettamente intrecciati. Questa consapevolezza
finisce per tormentare quei personaggi che sono consapevoli di aver dovuto
agire in un determinato modo perché costretti dalle circostanze. Tutto questo
però viene in contrasto con quei personaggi che sono totalmente innocenti e portatori
di valori positivi, ma comunque sono oberati da un senso di colpa e di
inadeguatezza che deriva dal loro passato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Io
ho trovato lo stile dell’autrice veramente affascinante. Dall’abilità nel
costruire il mondo fantasy e i personaggi sfaccettati; alla trama avvincente e
misteriosa dal ritmo incalzante. Ho trovato lo spunto della trama dei due
protagonisti che si trovano nei sogni davvero affascinante e particolarmente
toccante perché dà il senso di un forte legame emotivo. La scrittura è davvero
molto bella e ricca, emotivamente molto toccante.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Pur
non essendo una grande estimatrice né esperta di fantasy, ho trovato in questo
un buon libro, scritto bene, costruito bene nella trama, con un significato di
fondo per nulla banale. Potrebbe essere una bella lettura da suggerire ai
ragazzi.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-57864670568039146092022-01-22T11:03:00.003-08:002022-01-22T11:03:20.437-08:00TRACY CHEVALIER: Strane creature<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgVafSg5jAurxmk-qa0Dwthxku0hZq6PxKtTyv0fHp_-9-R90DmgRAq-JIJK3iD_SLyGzuq1GT6DbyiSnmmXCnHVHVxV32ZWiY3ig3wb7Pe93Vh1bR-4_q-epExJpp-gkCAZivKwHkb1sUXKcT3fdCE4CKn4UNYS-NLgG0PF_Eu-2nWXcrg4e3EvZdf=s316" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="316" data-original-width="200" height="316" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgVafSg5jAurxmk-qa0Dwthxku0hZq6PxKtTyv0fHp_-9-R90DmgRAq-JIJK3iD_SLyGzuq1GT6DbyiSnmmXCnHVHVxV32ZWiY3ig3wb7Pe93Vh1bR-4_q-epExJpp-gkCAZivKwHkb1sUXKcT3fdCE4CKn4UNYS-NLgG0PF_Eu-2nWXcrg4e3EvZdf" width="200" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">È
il 1811 a Lyme, un piccolo villaggio del Sussex, sulla costa meridionale
inglese. Le stagioni si susseguono senza scosse in paese e il decoro britannico
si sposa perfettamente con la tranquilla vita di una provincia all’inizio del
diciannovesimo secolo. Un giorno, però, sbarcano nel villaggio le sorelle
Philpot e la quiete è subito un pallido ricordo. Vengono da Londra, sono
eleganti, vestite alla moda, sono bizzarre creature per gli abitanti di quel
villaggio spazzato dal vento. Margaret, diciotto anni, riccioli neri e braccia
ben tornite, sorprende costantemente tutti con i suoi turbanti verdolini
sconosciuti alle ragazze di Lyme, che se ne vanno in giro ancora con grevi
vestiti stile impero. Louise, meravigliosi occhi grigi e grandi mani, coltiva
una passione per la botanica che è incomprensibile in quel piccolo mondo dove
alle donne è dato solo di maritarsi e accudire i figli. Ma è soprattutto
Elizabeth, la più grande delle Philpot, a costituire un’eccentrica figura in
quel paesino sperduto sulla costa. Ha venticinque anni. Dovrebbe comportarsi
come una sfortunata zitella per l’età che ha e l’aspetto severo che si ritrova,
ma se ne va in giro con una persona orgogliosamente libera e istruita che non
si cura affatto di civettare con gli uomini. In paese ha stretto amicizia con
Mary Aming, la figlia dell’ebanista. Quand’era poco più che una poppante, Mary
è stata colpita da un fulmine. La donna che la teneva tra le braccia e le due
ragazze accanto a lei morirono, ma lei la scampò. Prima dell’incidente era una
bimba quieta e malaticcia. Ora è una ragazza vivace e sveglia che passa il suo
tempo sulla spiaggia di Lyme, dove dice di aver scoperto strane creature dalle
ossa gigantesche, coccodrilli enormi vissuti migliaia di anni fa. Il reverendo
Jones, un uomo con il volto squadrato, i capelli a spazzola e le labbra sottili
che non stanno mai ferme, dice che le cose non possono stare in questo modo,
perché sarebbe contrario alla Bibbia. Dio non può avere creato delle bestie
così grandi per poi sbarazzarsene. Elizabeth Philpot però non solo presta fede
alla ragazzina, ma la protegge anche dai cacciatori di fossili e dagli
avventurieri che accorrono a frotte a Lyme. Tra questi anche l’affascinante
colonnello Birch, un militare dritto e sicuro di sé dai bei capelli folti e
neri, che infrange il cuore di Mary e suscita una morbosa, irresistibile
attrazione nella maggiore delle Philpot. Basato sulla storia di Mary Aming, la
ragazzina che a Lyme Bay portò alla luce il cranio del primo ittiosauro e rese
così possibile quella svolta negli studi sull’evoluzione che trovò il suo
coronamento nel 1859 con la pubblicazione dell’Origine della Specie di Darwin. <i>Strane</i>
<i>creature</i> è una delle opere più riuscite di Tracy Chevalier: un’avvincente
storia di donna che lottano contro le ottuse convenzioni di un’epoca per aprire
la strada al progresso e alla conoscenza.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Tracy
Chevalier è un’autrice di cui ho letto già diversi libri. Dal primo e notissimo
<i>La ragazza con l’orecchino di perla</i>, davvero suggestivo a <i>L’ultima
fuggitiva</i> a questo <i>Strane creature</i>. L’autrice parte quasi sempre da
vicende o personaggi realmente esistiti, come in questo caso.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
è decisamente un romanzo al femminile. Le due protagoniste, nonché voci
narranti che si alternano, sono la matura e benestante Elizabeth Philpot che ha
una vera e strana passione per i fossili e dall’altra parte la popolana Mary
Aming, colei che ha trovato il primo esemplare di ittiosauro e che quindi ha
dato al la allo sviluppo degli studi e al successivo sviluppo delle teorie
evoluzioniste di Darwin. Sono due personaggi vagamente austiniani in quanto,
anche se vagheggiano un incontro sentimentale, alla fin fine scelgono di
difendere la loro autonomia e indipendenza nonché la passione per lo studio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">I
temi che la storia potrebbe suggerire sono vari e alcuni molto interessanti:
dall’emancipazione femminile agli interrogativi di tipo scientifico ma anche
teologici sulla storia della Terra e degli esseri viventi che l’hanno abitato. Questi
temi restano, però, soltanto in superficie in quanto l’interesse prevalente
dell’autrice è quello di raccontare la storia di due donne di cui la Storia ha
ricordato ben poco ma che tanto merito hanno avuto nello sviluppo della ricerca
scientifica, è un omaggio a loro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
stile di Chevalier è sempre molto piacevole e scorrevole. In questo caso
abbiamo due narratrici interne che si alternano e che ridanno voce a chi voce
non ha avuto dalla Storia. Ciò che mi ha lasciato un po’ perplessa è che le due
voci, quella di Elizabeth e quella di Mary, due donne profondamente diverse per
educazione, origine, esperienza risultino così simili, poco differenziate.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
libro mi è piaciuto abbastanza, non mi ha affascinata come <i>La ragazza con l’orecchino
di perla, </i>non l’ho trovato altrettanto suggestivo. Tuttavia è una lettura
piacevole, con una trama abbastanza insolita e originale e con due figure
femminili molto interessanti.<o:p></o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-18713664040034206912022-01-15T09:49:00.006-08:002022-01-15T09:49:49.286-08:00ANNE GRACIE: Il bacio perfetto<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjg6Jh27wtcaF4hpmRzj3AhHHailNTBWS5yLP4jwTifkyIEDvePNhIZVEIbUOb0t3z1th6vgVM4WqndSCVgXFBK5PO81KUSjmvdTX0HYR6ouO_epiPcorKhaFn5F6fjohaVlU2yNW5YHYuItIy1cunWWPkl9d6l9ZxWVPl9J7tWaqXpx75L9ee50bJ4=s291" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="291" data-original-width="173" height="291" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjg6Jh27wtcaF4hpmRzj3AhHHailNTBWS5yLP4jwTifkyIEDvePNhIZVEIbUOb0t3z1th6vgVM4WqndSCVgXFBK5PO81KUSjmvdTX0HYR6ouO_epiPcorKhaFn5F6fjohaVlU2yNW5YHYuItIy1cunWWPkl9d6l9ZxWVPl9J7tWaqXpx75L9ee50bJ4" width="173" /></a></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">UNA
MISSIONE DI ONESTA’, UNA RISPOSTA DI SEDUZIONE<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Tre
anni dopo il debutto in società, Grace Merridew si è ormai rassegnata: non
troverà mai l’amore. Alla partenza per un lungo viaggio, vuole essere al fianco
di un’amica che non riesce a colmare la distanza sentimentale con il futuro
sposo. Dominic Wolfe, al quale le donne non sono mai mancate, è infatti
interessato solo alla ricca dote di nozze. Cosa che Grace non esita a
rinfacciargli. Una audacia che lui trova immediatamente stimolante. Desiderata da
un uomo tanto sfrontato, saprà Grace resistere?<o:p></o:p></span></b></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-14411353887117937982022-01-09T09:54:00.001-08:002022-01-09T09:54:25.740-08:00NATHANIEL HAWTHORNE: La lettera scarlatta<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgG85nFAfGcZJfbWPxXCilgHViXnAUSkcJIdNElYL-EGsPRn2z2ZGeYq9tUXNZ4LJ-P3h7c6qfwZy16cL_M7pyjmcu9WB4NCheSE1godsNYn4DBDuVzdQxysU6UKJHKsjV_e8iGWGMuZH9hHKlcMnweWqOrRwaPDrNSCNmtO4fkXle7MNGi8X79By8u=s653" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="653" data-original-width="424" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgG85nFAfGcZJfbWPxXCilgHViXnAUSkcJIdNElYL-EGsPRn2z2ZGeYq9tUXNZ4LJ-P3h7c6qfwZy16cL_M7pyjmcu9WB4NCheSE1godsNYn4DBDuVzdQxysU6UKJHKsjV_e8iGWGMuZH9hHKlcMnweWqOrRwaPDrNSCNmtO4fkXle7MNGi8X79By8u=s320" width="208" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Pubblicato
nel 1850, <i>La lettera scarlatta</i> è uno dei più importanti romanzi
nordamericani dell’Ottocento. Nelle intenzioni dell’autore esso doveva
rappresentare al meglio lo spirito puritano dell’epoca coloniale americana. Nella
società puritana la libertà dell’individuo coincideva con il bene della
comunità, che doveva essere purificata da ogni elemento estraneo, considerato
al soldo di Satana. Per questa ragione le autorità imponevano stili di vita
improntati a un inflessibile rigore morale. E chi infrangeva gravemente le
regole poteva incorrere persino nella pena di morte. Nel libro, una giovane
sposa, amante del pastore Arthur Dummesdale, manifesta fisicamente i segni
della sua relazione extraconiugale con il predicatore. Nulla riesce a farla
confessare, nemmeno le minacce, e per questo viene schivata da tutti, e infine
condannata a portare sul petto una fiammante lettera A, che la additi allo
sguardo pubblico come un’adultera. Intorno a questa vicenda si dipana il
progressivo insinuarsi nei personaggi di un tormentato lavorio psichico, che li
spingerà, in taluni casi, sull’orlo della pazzia. Il libro è stato fonte di
ispirazione per numerose trasposizioni cinematografiche.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Hawthorne
è uno dei grandi maestri della letteratura americana. Ha una produzione
letteraria molto ampia ma io di lui conosco solo questo libro che avevo letto
tantissimi anni fa e che ho avuto modo di riprendere.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
vicenda ruota attorno alle vicende di una piccola comunità di puritani nel New
England, intorno alla metà del XVII secolo. La vicenda ha una precisa
ricostruzione storica di un mondo che era regolato in modo talmente rigido e
con una precisa severità nei confronti di coloro che contravvenivano a queste
norme. Hester Prynne ha commesso il gravissimo errore di avere una relazione
extraconiugale, che ha dato come frutto una bambina. Per questo motivo è
condannata a tenere una lettera scarlatta A sul petto che lei ha prontamente
realizzato con un civettuolo regalo. Secondo me, Hester è un personaggio che
giganteggia su tutti gli altri. Nonostante venga additata come peccatrice lei
passa davanti a tutti a testa alta, anche se è vero che lei accetta il comune
sentire addossandosi il peso del peccato, ma sa sopravvivere al biasimo
generale. Dall’altra parte, il pastore Arthur Dimmesdale, a mio parere, non
riesce a starle alla pari. Innanzitutto si capisce da subito che lui è il
responsabile della caduta di Hester. Al di là della tenerezza che passono
suscitare i suoi sentimenti sinceri, la sua codardia non può far altro che
suscitare il biasimo del lettore. Il terzo lato del triangolo è dato dal dr
Chillingworth che nasconde l’identità del vero marito di Hester. Lui rappresenta
questa forza oscura e demoniaca, avrebbero detto i puritani del ‘600, che scava
un baratro nel cuore del pastore. Infine c’è la piccola Pearl, la bambina elfo,
che, a mio parere, rappresenta la libertà, quella forza vitale che sopravvive a
tutte le catene che la società impone.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Naturalmente
il tema fondamentale è una critica lucida e consapevole della società americana
delle origini che, inevitabilmente, ha conseguenze nella società del tempo di
Hawthorne. Questi integerrimi puritani bravi a puntare continuamente il dito e
che non vede l’assurdità delle proprie superstizioni. Hawthorne, evidentemente
figlio dell’illuminismo e del positivismo, non può far altro che ridere
amaramente dei suoi antenati e non solo. Ma soprattutto questi integerrimi
cittadini mostrano l’incapacità di accettare l’altro, il diverso.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
scrittura di Hawthorne è indubbiamente ricca e complessa. In essa predomina il
tono ironico e l’uso della metafora continuata e prolungata. È un testo in cui
predominano le sequenze riflessive e necessita di una grande concentrazione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Non
è un caso che questo testo sia un classico della letteratura americana. Si inscrive
nella tradizione dei romanzi storici in cui l’autore afferma di aver trovato un
manoscritto con questa storia. Una storia che appartiene al XVII secolo, ma che
Hawthorne riusciva a riferire al suo tempo e che, forse, noi dovremmo
immaginare come applicabile alla società americana, e non solo, dei nostri
giorni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-32718251576027396642021-12-18T10:26:00.003-08:002021-12-18T10:26:43.775-08:00JONATHAN COE: L’amore non guasta<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiBwJ5NQp1chIFSRoJy8EMCRP0yTYTj8RvV1J2zk6G55m6LWw0PcIwFaoy4j8WTuqptDUBJ7J1DR2nSHK6gXW19H70BkvZM3TYppPAIkJ4FP8ZEvTiQEE-iVPDk1zG3szyFcWL9k_M2TZysJokcQbd2llvhuCXUr6AAndZo-3f-pZCQNqIyI6S0r1UO=s770" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="770" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiBwJ5NQp1chIFSRoJy8EMCRP0yTYTj8RvV1J2zk6G55m6LWw0PcIwFaoy4j8WTuqptDUBJ7J1DR2nSHK6gXW19H70BkvZM3TYppPAIkJ4FP8ZEvTiQEE-iVPDk1zG3szyFcWL9k_M2TZysJokcQbd2llvhuCXUr6AAndZo-3f-pZCQNqIyI6S0r1UO=s320" width="208" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Si
direbbe che per Jonathan Coe il momento in cui si decide il destino di un
individuo non sono i primi anni di vita, come suggerisce la psicoanalisi, ma
quella sconfinata adolescenza e quel perpetuo fuoricorso che cominciano subito
dopo aver lasciato il liceo e la famiglia e che corrispondono al vegetare
dentro il calore debole ma protettivo di un’università di provincia, seguendo
la trafila delle sessioni, degli esami, della laurea, di una tesi di dottorato
sempre da scrivere e mai scritta. Robin si è laureato a Cambridge ma da oltre
quattro anni sta preparando il dottorato a Coventry, cittadina rasa al suolo
due volte, prima dalle bombe tedesche poi dall’ultra liberismo della signora
Tatcher. Un male oscuro sembra consumarlo, forse il ricordo di un amore lontano
e mai dichiarato che lo tortura come il primo giorno. Intorno a questo “male” e
alla misteriosa tesi di dottorato di cui nessuno ha visto una riga, monta un
clima di catastrofe imminente. Basterebbe un “tocco d’amore”, forse. Forse l’amore
non guasterebbe. Ma è proprio lì che Robin si scopre muta, impotente. Jonathan Coe
tesse in questo suo secondo romanzo i primi fili di quell’immensa tela che sarà
<i>La famiglia Winshaw</i>.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Jonathan
Coe è un autore inglese molto prolifico, di cui mi avevano parlato molto bene,
ma di cui non credo che leggerò altro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Faccio
fatica a spiegare questo libro perché ha una struttura molto particolare, con
una trama centrale ma frammentata e gli inserti dei racconti di quello che è il
protagonista (probabilmente) anche se non il personaggio principale. La trama
si sviluppa con una serie di quadretti che servono a descrivere ed interpretare
alcuni momenti fondamentali di Robin, un giovane depresso, inetto, che trascina
avanti i suoi giorni, senza trovare uno scopo per portarla avanti, senza
trovare persone con cui condividere realmente la propria esistenza. Robin ha un
rapporto poco risolto soprattutto con l’altro sesso, non ha la capacità di
costruire dei rapporti. Attorno a lui ruota una serie di personaggi che non lo
conoscono realmente, forse perché lui non si è saputo rivelare. Questi personaggi,
a loro volta, vivono dei rapporti frustrati e hanno delle vite poco “vere”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">In
questo libro ho trovato soprattutto il tema dell’alienazione del mondo moderno.
L’ambiente universitario, ad esempio, è abitato da uomini frustrati, poco
realizzati, che nascondono i loro fallimenti anche a loro stessi, che non sono
in grado di costruire rapporti realmente umani. L’unico a rendersi conto di
tutto questo è Robin, ma questo avrà su di lui conseguenze inevitabili. E lui
con il suo esempio e la sua scrittura lascerà un segno indelebile sugli altri.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Inutile
negare che lo stile non mi è piaciuto affatto. La struttura dell’opera,
frammentata e inframmezzata, mi ha abbastanza distratta. Così come il fatto che
non esista una vera e propria trama, ma una serie di scene e di situazioni. L’azione
è pressoché assente, prevalgono i dialoghi che sono piuttosto cerebrali, alla
lunga mi stancavano tutte queste riflessioni sui rapporti umani.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Non
mi è piaciuto. Nonostante sia un romanzo breve, ho fatto una enorme fatica a
finirlo, proprio perché mi stancavo piuttosto facilmente nel seguire le
elucubrazioni dell’autore e dei suoi personaggi.<o:p></o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-79526114415698476712021-12-11T10:07:00.005-08:002021-12-11T10:07:37.878-08:00KAREN MARIE MONING: Highlander. L’ultimo dei templari<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT4bO2ElCRRdP7UcYIo_LZO6qI0dNbOyEQsx51vd4udcKWyaHffp7T6giVk-e4wvT8rl9Mue8B11lmvc3OHJjyGjDSQn3_168ANNguCSc-HGvNR55MAGgtMz503HtJKGrWeTlqdk744IU/s542/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="542" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT4bO2ElCRRdP7UcYIo_LZO6qI0dNbOyEQsx51vd4udcKWyaHffp7T6giVk-e4wvT8rl9Mue8B11lmvc3OHJjyGjDSQn3_168ANNguCSc-HGvNR55MAGgtMz503HtJKGrWeTlqdk744IU/s320/download.jpg" width="215" /></a></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nel
Quattordicesimo secolo l’Ordine dei Templari viene messo al bando; i suoi
cavalieri, perseguitati in tutta Europa, vengono accolti in Scozia, in grande segretezza.
Circenn Brodie è uno di loro, un guerriero immortale, custode delle reliquie
sacre dell’Ordine e di una boccetta dal contenuto magico, appartenente al
popolo delle fate. Il suo è un mondo retto da formule magiche e regole
antichissime. Quando Lisa Stone viene catapultato dai giorni nostri in un
castello medievale, tra le braccia dell’affascinante guerriero, la sua vita
sembra crollare in un istante. Sarà un sogno o un terribile scherzo del
destino? Nessuno dei due è pronto a questo incontro, ma nulla potranno contro
la magia che sta per travolgerli.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-87191809328648289242021-12-05T10:16:00.002-08:002021-12-05T10:16:05.079-08:00YU HUA Il settimo giorno<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAcMRFRlZ43IO7VbVEAH7uuImNtMluopHj8W4s7ofQPR_eXp46gCz9IsU3zdHTLMaL0c627XjmOI8i301C08IUk7ZwDAZ6tI8YicTjL4rnjteFWccV71LXNzn5sFq8ZiHOOUASwQ6Ncmc/s1567/71FUFu%252BcWpL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1567" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAcMRFRlZ43IO7VbVEAH7uuImNtMluopHj8W4s7ofQPR_eXp46gCz9IsU3zdHTLMaL0c627XjmOI8i301C08IUk7ZwDAZ6tI8YicTjL4rnjteFWccV71LXNzn5sFq8ZiHOOUASwQ6Ncmc/s320/71FUFu%252BcWpL.jpg" width="204" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Yang
Fei esce di casa una mattina e trova una nebbia fitta mista a una strana neve
luminosa: è in ritardo per la sua cremazione. Inizia così il viaggio nell’Aldilà
di un uomo vissuto, troppo brevemente, nella Cina del capitalismo socialista e
delle sue aberranti contraddizioni. In un’avventura di sette giorni, il
protagonista incontrerà<i> </i>persone care smarrite da tempo, imparando nuove
cose di loro e di se stesso. Conoscenti e sconosciuti gli racconteranno, poi,
la propria storia nell’inferno vero, l’Aldiquà: demolizioni forzate,
corruzioni, tangenti, feti buttati nel fiume come rifiuti, miriadi di poveracci
che pullulano in bunker sotterranei come formiche, traffico di organi,
consumismo sfrenato… La morte livella finalmente le diseguaglianze, svelando l’essenziale,
e i cittadini di questa necropoli soave uscita dalla penna di Yu Hua ci
insegnano tutta la semplicità dell’amore.<o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Yu
Hua è un interprete della Cina moderna e della sua evoluzione negli ultimi
decenni. Dopo aver letto <i>Brithers: la saga</i>, da molti ritenuto il suo
lavoro più importante, ho avuto la curiosità di leggere altro di suo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
libro ha una trama più esile, ma allo stesso modo dell’altro libro che ho
letto, pullula di personaggi dei quali l’autore sa darci delle pennellate
destinate ad imprimersi nella memoria del lettore. Yan Fei, che è il
protagonista, muore all’improvviso e, anche a causa della sua povertà, è
destinato a non avere sepoltura. Come tutti i morti nella sua stessa condizione
si ritrova come in un grande giardino (che mi ha un po’ ricordato i Campi Elisi
di classica memoria). Qui Yang Fei incrocia persone la cui vita si era
intrecciata con la sua, dalla ex moglie ai vicini di casa e tutti gli spiegano
le ragioni del loro trovarsi lì. Molti di questi personaggi hanno avuto una
morte violenta, in alcuni casi accidentale, e comunque hanno affrontato una
morte che ha dato fine a una vita molto dolorosa.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Naturalmente,
il tema centrale è quello della morte. Yang Fei e i suoi compagni di avventura
sono come smarriti di trovarsi nell’Aldilà, visto che la maggior parte di loro
è morta in circostanze accidentali. Lo stesso stupore nasce anche dal guardarsi
intorno e trovarsi in una realtà assolutamente piacevole. Se quindi rimpiangono
i cari che hanno lasciato sulla Terra (straziante l’episodio di una coppia
uccisa in seguito alla demolizione della loro casa, che non sa cosa ne è stato
della loro bambina), ma non rimpiangono la loro vita. Proprio perché ci
troviamo di fronte ad anime di persone che non si sono potuti permettere una
cerimonia funebre, questo mondo è
abitato da derelitti che ci raccontano come le trasformazioni della Cina
moderna abbiano creato un substrato di sconfitti, un mondo di violenza, di
sopraffazione e di enormi disparità. Ritorna quindi la denuncia di Yu Hua
rispetto allo sviluppo economico del suo paese.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
stile di Yu Hua è estremamente narrativo, veloce, fa un ampio uso di dialoghi
ed è estremamente vivo. In questo caso abbiamo la voce narrante, che è quella
del protagonista. Il tono, ancora una volta per questo autore, è un continuo
saltare da un tono serio, quasi lirico, ad affermazioni paradossali, anche se
le situazioni sono meno comiche rispetto a quanto visto in <i>Brothers</i>. Molto
più che nell’altro libro, ho trovato in questo un tono malinconico di una
persona che ha capito che il vero inferno si trova in realtà in questo mondo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Anche
questo libro mi è piaciuto molto, ho ritrovato gli stessi temi dell’altro
libro, anche se con una voce leggermente diversa. Ho ritrovato un autore
estremamente originale nel raccontare la sua realtà. Attraverso lui sto
imparando anche a conoscere la sensibilità di un popolo, quello cinese, molto
lontano dalla mia. Conto di leggere altri suoi libri.<o:p></o:p></span></p><p>
</p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-57215658585179865842021-11-28T10:16:00.004-08:002021-11-28T10:16:22.795-08:00SYLVIA DAY: In gioco per te<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6teuKlnSYX-gC0LJpXcOui75eH6cjPgrndonkVZCZpZociLXDYUbQV_rc4EcjBts8J8xFRLZYgBGA1a2P5qb4hMvjOoFd_i74NpCEhsBwDQHn6BzT3s9PUgHEU6HY5VPdyYuSzhTsa98/s1200/1200x630wz+%25281%2529.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6teuKlnSYX-gC0LJpXcOui75eH6cjPgrndonkVZCZpZociLXDYUbQV_rc4EcjBts8J8xFRLZYgBGA1a2P5qb4hMvjOoFd_i74NpCEhsBwDQHn6BzT3s9PUgHEU6HY5VPdyYuSzhTsa98/s320/1200x630wz+%25281%2529.png" width="320" /></a></div><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Gideon mi dice che
sono il suo angelo, ma è lui ad essere il vero miracolo nella mia vita. Il mio
meraviglioso guerriero ferito, tanto determinato a sconfiggere i demoni del mio
passato quanto deciso a non affrontare i suoi. Le promesse che ci siamo
scambiati avrebbero dovuto legarci più di carne e sangue, invece hanno aperto
vecchie ferite, ci hanno esposto al dolore e all’insicurezza e hanno permesso
ai nostri acerrimi nemici di venire allo scoperto.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Sento che Gideon mi
sta sfuggendo, la mia più grande paura sta diventando realtà, il mio amore è
messo alla prova in un modo che non sono sicura di riuscire a sopportare. Nel momento
più luminoso della nostra storia, l’oscurità del suo passato ha invaso e
compromesso tutto ciò per cui avevamo combattuto.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Ci troviamo di
fronte a una scelta terribile: la sicurezza delle vite che avevamo prima di
conoscerci o la lotta per un futuro che improvvisamente sembra un sogno
impossibile e senza speranza…<o:p></o:p></span></b></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-44856689664915770852021-11-20T10:42:00.003-08:002021-11-20T10:42:27.463-08:00MARCO MISSIROLI: Atti osceni in luogo privato<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5Ww0MSJViW1D0Fyd0k0uF8bAgcKj2LwHGajE-9BgXIlWBjYFd_f0DplxAZ7UGEXZTrFL9KwmZpse-Aq89oS3zSbRs1cco1ty0iv83xiJmCnIy0UVignGyM-mnEVrf-iQQYM2KKI1ac_4/s2048/81MATJwefcL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1283" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5Ww0MSJViW1D0Fyd0k0uF8bAgcKj2LwHGajE-9BgXIlWBjYFd_f0DplxAZ7UGEXZTrFL9KwmZpse-Aq89oS3zSbRs1cco1ty0iv83xiJmCnIy0UVignGyM-mnEVrf-iQQYM2KKI1ac_4/s320/81MATJwefcL.jpg" width="200" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questa
è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne,
intuisce come si può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a
Parigi. La madre ha iniziato a tradire il padre. Questa è la storia, raccontata
in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel mondo guidato
dalla luce cristallina del suo nome. Si muove come una sonda dentro la
separazione dei genitori, dentro il grande teatro dell’immaginazione
onanistica, dentro il misterioso mondo degli adulti. Misura il fascino della
madre, gli orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città. Avverte
prima con le antenne dell’infanzia, poi con le urgenze della maturità, il
generoso e confidente mondo delle donne. Le Grand Liberò – così lo chiama
Marie, bibliotecaria del IV arrondissement, dispensatrice di saggezza,
innamorata dei libri e della sua solitudine – è pronto a conoscere la perdita
di sé nel sesso e nell’amore. Lunette lo porta si dove arrivano, insieme alla
dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per
Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al
Deserto dei Tartari di Buzzati, dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all’osteria
di Giorgio sui Navigli, da Lunette alle “trentun tacche” delle nuove avventure
che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna. Libero
Marsell, le Grand Liberò, Libero Spirito, è un personaggio “totale” che cresce
con noi, pagina dopo pagina, leggero come giovinezza nei film di Truffaut,
sensibile come sono sensibili i poeti, guidato dai suoi maestri di vita a
scoprire l’oscenità che lo libera dalla dipendenza di ogni frase fatta, di ogni
atto dovuto, in nome dello stupore di esistere.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Marco
Missiroli è un autore romagnolo che, nonostante l’età relativamente giovane, ha
già una buona esperienza alle spalle. Questo è il suo primo romanzo che leggo,
un titolo di cui avevo sentito molto parlare, nella maggior parte delle volte
molto bene.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
voce narrante è quello del protagonista Libero che seguiamo dalla
preadolescenza alla maturità. Un evento abbastanza traumatico, Libero sorprende
la madre a tradire il padre, innesca un percorso di educazione sentimentale del
protagonista: non sarà un percorso lineare né semplice ma alla fine del quale
Libero avrà una piena realizzazione di se stesso, nella piena realizzazione del
significato del suo nome. Libero è prima un bambino che ti suscita tenerezza
per la sua ingenuità, poi inizia a suscitare un po’ di avversione, ma poi lo
ami nella sua maturità e piena realizzazione di sé. Attorno a lui ruotano tanti
personaggi, tutti, a mio avviso, mirabilmente caratterizzati. Il personaggio
che mi ha colpita di più è stata Marie, quasi una musa, una mentore per Libero.
Mi è piaciuto il suo ruolo di sirena ammaliatrice, c’è una scintilla
profondamente erotica tra lei e Libero, ma lei riesce ad essere superiore agli
istinti fisici. Mi è piaciuto il fatto che la sua risposta seduttiva risieda
nella letteratura e nei libri che lei consiglia a Libero.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Naturalmente,
il tema più facile da individuare è quello del complesso edipico e di una piena
realizzazione sentimentale e sessuale che implica una piena appropriazione di sé
e del proprio ruolo nel mondo. I riferimenti alle pratiche erotiche e
autoerotiche sono costanti, per Libero corrispondono, in un certo senso, al suo
modo di leggere e reagire alla realtà che lo circonda.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
stile è, soprattutto all’inizio del romanzo, molto fresco perché dà vita alla
voce ingenua del protagonista. Certo, per il lettore all’inizio risulta
sconcertante leggere i pensieri, tutti incentrati sull’autoerotismo, del
piccolo Libero, ma poi tutto inizia ad avere senso nella formazione erotica e
sentimentale del personaggio. La voce del protagonista diventa più pacata, ma
sempre anticonvenzionale. Il fraseggio è davvero molto bello, mai banale, con accostamento
di lessico spesso molto originale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
romanzo mi è proprio piaciuto. Nella mia esperienza risulta una lettura molto
originale. Allo stesso tempo Libero, ma anche gli altri comprimari, ti entrano
nel cuore per le loro gioie e i loro dolori e i loro errori che te li rendono
tanto familiari.<o:p></o:p></span></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-36219240377023128002021-11-13T10:21:00.004-08:002021-11-13T10:21:32.284-08:00SOFIA RHEI: Aspettami fino all’ultima pagina<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIEYUFAWn7JUuQwXLGBSFzmvFi2nCchLiQfzJtNJ3YW2UV6z4vaYwEDCkWdXUC4tM_8CfJj15vDOnQRT3duAgXondS3oky_pFrGSEEtVQGpWP0mO6sdhXjxgr-PHlHzezEIigkjOlNphE/s282/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="282" data-original-width="179" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIEYUFAWn7JUuQwXLGBSFzmvFi2nCchLiQfzJtNJ3YW2UV6z4vaYwEDCkWdXUC4tM_8CfJj15vDOnQRT3duAgXondS3oky_pFrGSEEtVQGpWP0mO6sdhXjxgr-PHlHzezEIigkjOlNphE/s0/download.jpg" width="179" /></a></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Dalla
Spagna il romanzo best seller sul potere terapeutico dei libri. Silvia ha quasi
quarant’anni, vive e lavora a Parigi e ha una relazione difficile con Alain, un
uomo sposato che da mesi le racconta di essere sul punto di lasciare la moglie.
Dopo tante promesse, sembra che lui si sia finalmente deciso, ma la fatidica
sera in cui dovrebbe trasferirsi da lei, le cose non vanno come previsto. E Silvia,
in una spirale di dolore e umiliazione, decide di farla finita con quell’uomo
falso e ingannatore e di riprendere in mano la sua vita. Alcuni però non si dà
per vinto, e Silvia non è abbastanza forte da rimanere indifferente alle avances
dell’uomo che ama. Dopo giorni e notti di disperazione, viene convinta dalla
sua migliore amica a fare visita a un bizzarro terapeuta, il signor O’
Flaherte, che sembra sia capace di curare le persone con la letteratura. Grazie
ad autori come Oscar Wilde, Halo Calmo, Gustave Flaubert, Mary Shelley, e al
potere delle loro storie, Silvia ricomincia a riflettere su chi sia realmente,
su quali siano i suoi desideri più profondi e su cosa invece dovrebbe eliminare
della sua vita…<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nata
a Madrid nel 1978, Sofia Rhei è una scrittrice, poetessa e traduttrice. Ha scritto
diversi libri per ragazzi e questo è il suo primo romanzo per adulti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
libro è dominato da personaggi del tutto improbabili, dalla caratterizzazione
inesistente. Non vale la pena neanche perdere particolarmente tempo con loro. Mi
soffermerò quasi esclusivamente sulla protagonista, Silvia. È una donna colta,
che ha una sua soddisfacente carriera ma che da anni ha la vita tormentata da
una relazione extraconiugale che la fa soffrire. Di fronte alle vane promesse
dell’amante e al dolore lancinante, su consiglio di una sua cara amica, inizia
a frequentare una psicoterapeuta un po’ improbabile. Nel più banale dei modi lo
psicoterapeuta mette in evidenza come le scelte sentimentali di Silvia derivino
da uno scarso amore per se stessa e che quindi l’obiettivo del suo percorso
dovrà essere quello di curare se stessa. Il dottor O’Flahertie è una vera e
propria caricatura di personaggio; così come i due uomini che occupano il cuore
di Silvia sono totalmente inutili e anonimi (e vi ho anticipato che Silvia si
consola piuttosto velocemente).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">In
teoria la trama si prestava a trattare argomenti che potevano anche risultare
coinvolgenti, se non interessanti. Mi aspettavo una storia che parlasse di una
relazione tossica e di un percorso di riscoperta di sé. Scordatevelo! In realtà
siamo di fronte a un romance della peggiore specie. Non ho pregiudizi nei
confronti dei romance, anche quelli possono essere fonte di lettura piacevole,
di riflessione. In questo caso non c’è stato nulla che mi abbia colpito.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
stile è piuttosto approssimativo. La scrittura in sé può essere considerata
sufficiente, ma non esiste la costruzione dei personaggi, inoltre la trama subisce
delle svolte completamente assurde o immotivate. In particolare, quando la
trama vira verso il fantastico/paranormale mi sono sentita completamente presa
in giro. Forse la familiarità dell’autrice con la letteratura per ragazzi le ha
un po’ preso la mano.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Libro
assolutamente da evitare perché mi è sembrato che prenda in giro l’intelligenza
del lettore. Non fatevi influenzare dalla sinossi, come ho fatto io, perché è
assolutamente fuorviante.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-49783429060369457202021-11-06T10:01:00.001-07:002021-11-06T10:01:11.901-07:00SUSAN WIGGS: Al cospetto della regina<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTpDNn8vLf6-kZV52wEzLrR0_D-1x1QKzuHOBdEt3jo86h95ReuNi0OzatFEZi9bIzE0H7YVh6xtl81Sfz8gSIKNDMBNZcbuh9YOtSK9WV1uVcx2nOP9ZKwIZqijaCjki5wCDy8ZWf27M/s500/51%252Btud-I8BL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="299" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTpDNn8vLf6-kZV52wEzLrR0_D-1x1QKzuHOBdEt3jo86h95ReuNi0OzatFEZi9bIzE0H7YVh6xtl81Sfz8gSIKNDMBNZcbuh9YOtSK9WV1uVcx2nOP9ZKwIZqijaCjki5wCDy8ZWf27M/s320/51%252Btud-I8BL.jpg" width="191" /></a></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Inghilterra,
1583<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Audace
e intelligente, Philippa si guadagna da vivere facendo il saltimbanco davanti
alla cattedrale di St Paul, a Londra. Di sé non conosce né il nome né il
passato, eppure non ha mai abbandonato la speranza di poter trovare un giorno
la propria famiglia. Quando però il destino le fa incontrare Aidan O’Donoghue,
inizia a credere che quel sogno possa realizzarsi. Il cupo e potente capoclan
irlandese, giunto nella capitale per negoziare la pace con la potente sovrana
inglese, potrebbe infatti introdurla a corte, e aiutarla a risolvere l’enigma
che circonda la sua nascita. A poco a poco tra i due nasce un profondo
sentimento basato sulla complicità e sulla reciproca stima, ma proprio quando
sta per trasformarsi in qualcosa di più, ecco che inspiegabilmente tutto si
complica.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-27323092960626473752021-09-25T10:37:00.002-07:002021-09-25T10:37:40.051-07:00SYLVIA DAY: Nel profondo di te<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2-5hoZliiyRvIp8B0LPnI5lX6ZjizOrC8MluHCpHpoI55OWlpSxrG8arh_UkfztZAKoOkCi_q81Gn8kUyDpA-tjtSVyCSt676KnDxyEDti7kGrPJTbmfwPr5YvQWD2RztSMbQISpEz4U/s500/41yfa4SkVRL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="322" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2-5hoZliiyRvIp8B0LPnI5lX6ZjizOrC8MluHCpHpoI55OWlpSxrG8arh_UkfztZAKoOkCi_q81Gn8kUyDpA-tjtSVyCSt676KnDxyEDti7kGrPJTbmfwPr5YvQWD2RztSMbQISpEz4U/s320/41yfa4SkVRL.jpg" width="206" /></a></div><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Dal primo momento
in cui Eva Tramell ha incontrato Gideon Cross, si è resa conto che in lui c’era
qualcosa di cui aveva un tremendo bisogno. Qualcosa a cui non poteva resistere
e che la attraeva visceralmente.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Travolti da una
passione che li ha infiammati fin da subito, Eva e Gideon hanno scambiato per
lussuria la potentissima corrente elettrica che si è sviluppata tra loro,
finché si sono resi conto di non poter più respirare l’uno senza l’altra.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Entrambi, però,
hanno alle spalle vicende difficili e dolorose che continuano inesorabilmente a
bussare alle porte del loro presente…<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Nel terzo capitolo
della “Crossfire Series”, Eva e Gideon dovranno affrontare i fantasmi del loro
passato e lei, in particolare, dovrà fare i conti con l’imprevedibile
comportamento di Gideon: solo Eva sa quanto lui abbia rischiato per tenere in
vita il loro rapporto e quanto anche lui abbia bisogno di lei. Uniti dai loro
segreti, cercheranno di superare gli ostacoli, accettando le conseguenze della
loro relazione ossessiva e arrendendosi completamente alla sublime forza del
piacere…<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Dopo l’incredibile
successo di <i>A nudo per te</i> e <i>Riflessi di te</i>, Sylvia Day torna ad
accendere la nostra fantasia con il terzo attesissimo romanzo della serie che
sta facendo impazzire le lettrici e i lettori di tutto il mondo.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Intensamente romantico,
dannatamente sensuale, <i>Nel profondo di te</i> non ci spingerà soltanto fino
al limite dell’ossessione, ma molto oltre.<o:p></o:p></span></b></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-19731311742270294142021-09-18T09:59:00.004-07:002021-09-18T10:00:37.376-07:00SILVIA AVALLONE: Acciaio<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpxdS7kw4Iz40WQCDYFPwmg5yBZPm4TdnreGCDmtbtv5Qs8KPzxF2depeuHdKrJ9ly995hdIc3k9IFxQMQMDKLq1RxG4-K0-Z28vyIQXimrf4BiV7jNN8qRTmvlnD6Ew72YCeJc0LE6XA/s1550/81fnw0m4A-L.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1550" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpxdS7kw4Iz40WQCDYFPwmg5yBZPm4TdnreGCDmtbtv5Qs8KPzxF2depeuHdKrJ9ly995hdIc3k9IFxQMQMDKLq1RxG4-K0-Z28vyIQXimrf4BiV7jNN8qRTmvlnD6Ew72YCeJc0LE6XA/s320/81fnw0m4A-L.jpg" width="206" /></a></div><br /> <b style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Che
genere di visione del mondo ti fai in un posto dove è normale non andare in
vacanza, non andare al cinema, non sapere niente del mondo, non leggere libri,
e va bene così? Loro due, in questo posto, si erano trovate e scelte.</span></b><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Giovane
autrice piemontese, laureata a Bologna. Silvia Avallone con questo testo ha
vinto il Premio Campiello Opera Prima ed è stata finalista al Premio Strega. Non
ha ancora molti romanzi al suo attivo. Questo è il suo primo romanzo che leggo
e, al momento, non ho particolare voglia di approfondire la conoscenza.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Tutto
ruota attorno ai quartieri popolari di Piombino, dove l’unica prospettiva è
quella di lavorare nell’acciaieria Lucchini e dove la vita va avanti tra
frustrazioni e scarse probabilità<b> </b> di cambiare le proprie sorti. Al centro della
trama c’è l’amicizia tra Francesca e Anna, due giovanissime e bellissime
adolescenti che vivono la scoperta del mondo che li circonda, tra speranze
perdute, delusioni. L’unica risorsa che sembrano avere in questo mondo di
speranze negate sembra essere, a primo impatto, la loro bellezza, invece si
rivelerà essere la forza della loro amicizia. Attorno a loro ruota un
microcosmo di personaggi frustrati che trovano sfogo nel sesso e nella droga.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">I
temi proposti sono, a mio parere, fin troppi. Dal tema dell’amicizia, a quello
dell’adolescenza con i cambiamenti che essa comporta e quindi la presa di consapevolezza
di se stessi. Poi c’è il tema della violenza familiare, della criminalità, del
lavoro usurante e pericoloso in acciaieria. Come si può intuire, troppi temi
per un libro relativamente breve con il rischio che nessuno di questi venga
sviluppato adeguatamente.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
stile va dal monologo interiore, allo stile narrativo a vari passaggi dialogati
caratterizzati da un linguaggio piuttosto vivido. Ogni tanto, soprattutto a
fine capitolo, avevo l’impressione che l’autrice si compiacesse con frasi ad
effetto che, sempre a mio modesto parere, avevano poco senso nel contesto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
libro non mi è piaciuto particolarmente per tutte quelle motivazioni che ho già
precedentemente presentato. La vicenda di un quartiere popolare di una realtà
industriale così dura come quella dell’acciaieria è una buona idea, ma ho avuto
l’impressione che l’autrice abbia affastellato un po’ troppe vicende, un po’
troppi temi. Ho trovato le due protagoniste poco piacevoli, non trovavo
adeguatamente giustificati certi loro comportamenti, certe reazioni. Non c’è
spessore psicologico e adeguata caratterizzazione in loro. Poco avvincente la
scrittura dell’autrice, salvo il penultimo capitolo del testo nel quale ha
saputo creare una certa aspettativa.<o:p></o:p></span></p><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6802524781896669487.post-33911909605522067142021-09-11T09:27:00.001-07:002021-09-11T09:27:02.891-07:00JOHN STEINBECK: Furore<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvBUm32KqN8iv3GFlxkxBLOY3bSWJvLyuH27LNlfu8uee4hkf3Y_HgU8HaXJayscLL1mSocp2KTz_deKH5sQYMb68bH5CIch2dF1kPxEWAwXYjJAq0ygLCOUVIJtBJm2J9yJRoRagJodk/s760/9788845274053_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="760" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvBUm32KqN8iv3GFlxkxBLOY3bSWJvLyuH27LNlfu8uee4hkf3Y_HgU8HaXJayscLL1mSocp2KTz_deKH5sQYMb68bH5CIch2dF1kPxEWAwXYjJAq0ygLCOUVIJtBJm2J9yJRoRagJodk/s320/9788845274053_0_536_0_75.jpg" width="226" /></a></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Pietra
miliare della letteratura americana, <i>Furore</i> è un romanzo mitico,
pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da
Valentino Bompiani l’anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura
fascista e solo oggi, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione
integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione
basata sul testo inglese della Centennial Edition dell’opera di Steinbeck, che
restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del
Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell’odissea della famiglia Joad,
sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la
California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la
trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove
la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria
miseria “come un marchio d’infamia”. Al tempo stesso romanzo di viaggio e
ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, <i>Furore</i> è
forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi per la prima
volta in tutta la sua bellezza.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Non
penso ci sia molto da dire sull’autore di questo libro, è uno dei grandi nomi
della letteratura americana; insignito di parecchi premi tra i quali anche il
Nobel per la Letteratura del 1962. Io avevo la grande pecca di non aver ancora
letto nulla di lui, prima di <i>Furore</i>, ma intendo assolutamente
recuperare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo
libro è pieno di personaggi, ciascuno perfettamente caratterizzato, e soprattutto
che rimangono nel cuore dei lettori. La famiglia Joad è costituita dal padre
che, una volta persa la sua terra sente di aver perso la sua ragione d’essere,
lui aveva nella sua terra e nel suo lavoro la sua identità; la madre è un
personaggio, a mio parere, epico, è la vera forza della famiglia; poi c’è zio
John con la sua disperazione esistenziale; Tom, il primogenito, il ragazzo un
po’ fumantino con un passato difficile già alle spalle ma anche simbolo della
voglia di resistere e lottare; Noah, il secondogenito, un po’ misterioso; Al,
il giovane sbruffone, spensierato ma anche insofferente alle regole imposte; e
i due piccoli anche loro già perfettamente delineati dalla penna di Steinbeck. Anche
quei personaggi minori, che compaiono nello spazio di una pagina o di un
capitolo, rivelano un mondo e lasciano nel lettore la loro traccia, e poi c’è
anche una voce collettiva che sta a indicare il dramma comune di un intero
popolo costretto ad affrontare una propria epopea, una sorta di seconda
conquista del West, forse destinata ad un esito ancora più tragico della prima.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Cosa
dire dello stile? La scrittura è meravigliosa. Come hanno già detto vari critici
(che io indegnamente riprendo) è caratterizzato da più registri linguistici che
si adattano ai vari personaggi. Tenta inoltre di riprodurre il parlato in
maniera realistica. Io ho trovato il ritmo davvero incalzante, pur
soffermandosi l’autore a descrivere e a sviluppare anche sequenze riflessive. Molte
sono le parti dialogate ed estremamente efficaci, tanto è vero che i libri di
Steinbeck si sono ben prestati a una riduzione cinematografica.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Penso
che si sia perfettamente capito quanto questo libro mi sia piaciuto. L’ho
trovato avvincente, emozionante, doloroso, illuminante, molto attuale. Mi ha
fatto molto riflettere sia sulle dinamiche dell’emigrazione, ma anche sugli
squilibri sociali degli Stati Uniti. Ciò che Steinbeck osserva degli anni
Trenta tra contadini privati delle loro terre e i grandi latifondisti si può
attualizzare ai vari gruppi etnico-sociali degli USA di oggi. Inoltre le
riflessioni sul malcontento che porta gli uomini alla rivolta è, a mio avviso,
una valutazione estremamente attuale.<o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Aghihttp://www.blogger.com/profile/03040546034575042598noreply@blogger.com0